Riunione di Bologna del 22 novembre 1997
Durata Effettiva del Corso di Laurea in Fisica
Considerazioni e Proposte

Nella riunione dei Presidenti dei Consigli di Corso di Laurea in Fisica tenutasi a Como, in occasione del congresso annuale della SIF, e` stato dato mandato ai Presidenti dei Consigli di Corso di Laurea in Fisica di Bologna, Lecce, Modena, Padova e Torino di farsi promotori di iniziative finalizzate all'analisi dei problemi dell'organizzazione dei Corsi di Laurea in Fisica, con particolare riferimento alla durata effettiva degli studi che, nella totalita` delle sedi, va ben oltre la loro durata legale.

In ossequio al mandato ricevuto, i Presidenti dei Consigli di Corso di Laurea in Fisica, precedentemente citati, si sono riuniti il 22 novembre 1997 a Bologna.

I Presidenti dei Consigli di Corso di Laurea che hanno partecipato a questa riunione erano a conoscenza sia della volonta` del Ministro della Universita` e della Ricerca Scientifica e Tecnologica di riformare, in tempi brevi, l'attuale sistema universitario che del rapporto del Gruppo di Lavoro Ministeriale sulla Autonomia Didattica e Innovazione dei Corsi di Studio di Livello Universitario e post-Universitario: cioe` erano consapevoli che il quadro di riferimento attuale puo` cambiare rapidamente anche in modo radicale e che di conseguenza anche l'attuale organizzazione del corso di Laurea in Fisica potrebbe essere modificata.

Una eventuale riorganizzazione del corso di Laurea in Fisica, che dovesse rendersi necessaria a seguito della riforma del sistema universitario, consentirebbe di affrontare in modo piu` incisivo alcuni problemi di cui si discute in questa relazione. Resta comunque il fatto che una analisi degli elementi che sono alla base della durata effettiva degli studi universitari, fatta in riferimento alla situazione tuttora vigente (e oggi non e` possibile fare diversamente), e` certamente utile anche nella prospettiva di un'eventuale prossima riorganizzazione del Corso di Laurea.

In considerazione di cio` nel corso della riunione sono stati analizzati diversi elementi che, a giudizio dei partecipanti, hanno determinato, nel corso degli anni, l'allungamento della durata effettiva degli studi.

Alcuni di questi sono da attribuirsi a cambiamenti che si sono verificati nel comportamento degli studenti altri a cambiamenti nell'organizzazione degli insegnamenti.

Cause del Ritardo Attribuibili agli Studenti

Per quanto riguarda gli studenti sembra essere sempre piu` diffuso un comportamento che li porta a ritardare il completamento degli studi, diminuendo la frequenza degli esami, pur di conseguire la laurea con la massima votazione possibile.

Tale comportamento viene giustificato, a torto o a ragione, con la motivazione di essere il piu` competitivi possibile sul mercato del lavoro non solo in un confronto interno fra laureati in Fisica ma, anche e soprattutto, nel confronto con laureati di altre discipline.

La diminuzione della frequenza degli esami viene realizzata sia rifiutando votazioni, gia` medio-alte, nella speranza di conseguire il massimo dei voti ripetendo l'esame, sia presentandosi alla prova orale in appelli successivi a quello nel quale si e` superata la prova scritta, per migliorare ulteriormente la preparazione.

Questi due comportamenti hanno come conseguenza che il numero di studenti che superano piu` di un esame a sessione e` estremamente limitato.

L'incapacita` di sostenere piu` di un esame a sessione produce effetti devastanti per gli studenti iscritti al II e al III anno di corso che prevedono, entrambi, cinque esami.

E` del tutto evidente come sia difficilmente conciliabile il frequentare con profitto le lezioni contemporaneamente alla preparazione di esami dei quali si e` in debito, e come questa difficolta`, gia` a partire dal secondo anno, possa disarticolare l'ordinato curriculum dello studente.

Azioni Correttive Proponibili

Per correggere la tendenza degli studenti a diminuire la frequenza degli esami, causata dall'aspirazione a conseguire la laurea con il massimo dei voti, sembrano perseguibili due diverse strade.

La prima, agente sul comportamento stesso, potrebbe consistere, da un lato, nello scoraggiare il rifiuto di voti positivi (ma giudicati dallo studente non soddisfacenti) e, dall'altro, proponendo agli studenti degli esoneri in corso d'anno.

Questi esoneri potrebbero consistere in una prova scritta seguita da una prova orale con l'incoraggiamento a sostenere la prova orale subito dopo quella scritta. Un notevole incentivo in questo senso potrebbe venire dallo stabilire modalita` in base alle quali l'esonero sia definitivo e cioe` liberi lo studente in via definitiva (e non solo per uno o qualcuno degli appelli seguenti) della parte di esame cui si riferivano le prove precedenti.

La seconda, agente sulle finalita` del comportamento (mirante al conseguimento della laurea con il massimo dei voti), potrebbe prevedere un sistema di incentivi nella votazione finale di laurea legati alla rapidita` della carriera e/o di disincentivi per il ritardo nella carriera stessa.

Questa azione dovrebbe, probabilmente, portare ad una revisione del sistema attualmente piu` in uso di attribuire un punteggio fino ad un massimo prestabilito (che varia da sede a sede) per tesi di ricerca o tesi di compilazione (o come altrimenti denominate nelle diverse sedi).

Piu` esplicitamente, si dovrebbe, probabilmente, abbassare i massimi aumenti attualmente previsti, compensandoli con progressivi forti incentivi-premio per chi si laurea entro termini prestabiliti o, in via simmetrica, disincentivi per chi si laurea superando altri termini prestabiliti.

Un altro incentivo potrebbe venire se i Consigli di Corso di Laurea, come gia` avviene in alcuni casi, concordassero che, all'atto della discussione del voto di laurea, dai voti che concorrono a formare la media dello studente, si escludesse, per esempio, il voto piu` basso.

Entrambe le misure precedenti richiedono una possibile rinormalizzazione del criterio con cui ciascun Corso di Laurea modula l'aumento del voto a seconda del tipo di tesi svolta.

A parere unanime dei partecipanti alla riunione le modalita` con le quali, eventualmente, perseguire le azioni correttive devono essere affidate o alla sensibilita` dei responsabili didattici dei singoli insegnamenti o a politiche di orientamento, promosse dai singoli Consigli di Corso di Laurea, degli elementi di giudizio che si auspica che le Commissioni di Laurea valutino ai fini dell'attribuzione del voto di laurea. Sarebbe comunque opportuno che azioni in questo senso fossero concordate nella forma piu` ampia possibile.

Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto sono infatti emerse rilevanti differenze nelle modalita` con le quali, nelle diverse sedi, si perviene all'attribuzione del voto di laurea.

Alcune di queste modalita` sono recepite negli autonomi Ordinamenti Didattici dei singoli Atenei, altre rappresentano prassi consolidate da tradizioni locali che nel tempo, per piu` o meno tacito accordo raggiunto nei Consigli di Corso di Laurea, hanno sostituito le norme previste dall'Art.43 del Regolamento Studenti (R.D. n.1269/38); norme tuttora in vigore in assenza di norme difformi contenute nel Regolamento Didattico di Ateneo, previsto dall'Art.11 della legge n.341/90.

In questo senso, a meno che sia stato esplicitamente previsto nell'Ordinamento Didattico dell'Ateneo che le modalita` di attribuzione del voto finale di laurea sono stabilite dai Consigli di Corso di Laurea, non appare possibile, ad esempio, che i Consigli di Corso di Laurea deliberino di: determinare la media eliminando il piu` basso dei voti conseguiti dallo studente nel corso dei suoi studi (o i due piu` bassi). Nulla comunque vieta ai Consigli di Corso di Laurea di invitare i componenti delle Commissioni di Laurea a tener conto anche di questo elemento nella valutazione della carriera dello studente ai fini dell'attribuzione del voto finale di laurea.

Cause del Ritardo Attribuibili all'Organizzazione

Il livello complessivo del Corso di Laurea e` divenuto nel corso del tempo estremamente elevato, sia per quanto riguarda il contenuto dei singoli insegnamenti che per quanto riguarda la qualita` delle tesi di laurea.

Il compiacimento, generato dalla constatazione che i migliori laureati in Fisica non sfigurano nel confronto con i Dottori di Ricerca in Fisica di altri sistemi universitari, deve essere mitigato dal fatto che per realizzare il prodotto Laureato viene impiegato un tempo non significativamente inferiore al tempo impiegato dagli altri sistemi universitari per produrre un Dottore di Ricerca.

Per un certo periodo di tempo, fino a quando la Laurea ha rappresentato il piu` alto livello di studio riconosciuto dallo Stato, la scelta di elevare il livello complessivo del Corso di Laurea, per mantenerlo adeguato alla tumultuosa crescita delle conoscenze, e` stata una scelta obbligata.

A partire dal 1980, che vede con l'approvazione del D.P.R. n.382 l'introduzione del Dottorato di Ricerca, e a maggior ragione dal 1990, che con la legge n.341 riconosce alle scuole di Specializzazione la dignita` di Corsi di Studio, la Laurea non e` piu` il massimo titolo accademico a livello delle conoscenze e delle specializzazioni.

Non essendo aumentato il numero degli insegnamenti del Corso di Laurea, ne` il numero degli anni, e` del tutto evidente che alla crescita della qualita` e in mancanza di una selezione dei contenuti dell'insegnamento non puo` che corrispondere un aumento del tempo, impiegato dagli studenti, per recepire l'insegnamento stesso.

Un significativo contributo alla durata complessiva degli studi e` inoltre dato dal tempo impiegato per la preparazione delle tesi di laurea, che sembra impegnare gli studenti, che hanno terminato tutti gli esami, per circa un anno.

Il prodotto tesi di laurea realizzato in questo modo, nella maggior parte dei casi, risulta qualitativamente non inferiore a buona parte delle tesi di dottorato.

Azioni Correttive Proponibili

L'autonomia delle singole sedi, e l'irrinunciabilita` del principio della liberta` di insegnamento dei responsabili didattici dei singoli corsi, rende difficile progettare azioni correttive finalizzate ad uno sfoltimento, la` dove necessario, degli argomenti trattati nei corsi e ad un loro maggior coordinamento.

Un significativo contributo per intervenire in questo ambito potrebbe essere rappresentato dall'adeguamento al sistema dei Crediti Didattici, gia` previsti dalla legge n.341/90, che dovra` far corrispondere alle singole unita` didattiche, che compongono la carriera degi studenti, una valutazione numerica che misuri l'impegno richiesto allo studente.

La valutazione dei corsi in termini di impegno richiesto agli studenti potrebbe consentire di fissare stringenti limiti al numero di ore da dedicare all'insegnamento dei singoli corsi. Indipendentemente da queste possibili azioni future, si potrebbe cominciare con il fissare un numero di ore massimo sul quale strutturare il programma di esame senza che questo debba peraltro vincolare la durata del corso nel suo complesso.

Ai presenti e` parso ragionevole pensare che, ferma restando l'articolazione del Corso di Laurea, ai corsi istituzionali non debbano essere dedicate piu` di 70 ore di lezione e di 50 ore di esercitazioni, se prevedono una prova scritta, e che i due limiti debbano ridursi, rispettivamente a 60 e 20 ore per i corsi istituzionali che non prevedono una prova scritta. Limiti un po' inferiori dovrebbero essere previsti per i corsi del IV anno, per tener conto del carico di lavoro, o dei Crediti Didattici, dell'attivita` di preparazione della tesi di laurea.

In altre parole, ove possibile, si potrebbe raccomandare che, anche se il corso viene svolto, per esempio, in 80-90 ore piu` 40-50 di esercitazioni e/o tutoraggio, il programma di esame sia fissato su un totale di 60 o 70 ore e non sull'intera durata del corso stesso.

Il compito di attuare le eventuali revisioni degli argomenti da trattare, verrebbe, in questo modo, affidato alla professionalita` ed alla sensibilita` dei responsabili didattici dei singoli insegnamenti.

Sistemi di valutazione dell'efficacia dei singoli insegnamenti potrebbero inoltre contribuire all'accelerazione del processo di adattamento dei contenuti dei corsi ai limiti dettati dai relativi Crediti Didattici, o, comunque, dalle ore destinate all'insegnamento della parte del corso sulla quale vertera` l'esame.

In alcune sedi sono gia` state promosse iniziative di valutazione dell' efficacia dei singoli insegnamenti, e potrebbe essere opportuno procedere alla definizione di un modello comune da adottare in tutte le sedi.

Per quanto riguarda l'abbreviazione del tempo dedicato alla preparazione della tesi di laurea sembra raccomandabile incoraggiare gli studenti ad anticipare i primi contatti con il relatore gia` al completamento della maggior parte degli esami previsti per il III anno, anche se si ritiene comunque necessario che lo studente sia in debito di solo pochi esami prima di cominciare a lavorare veramente per la tesi.

Sembra altresì raccomandabile ai docenti che il lavoro per lo svolgimento della tesi sia contenuto entro il limite di un anno.

Riassumendo, si ritiene che siano immediatamente proponibili le seguenti misure, che potrebbero essere riviste o ampliate in occasione di una piu` profonda ristrutturazione dell'Universita`:

  1. scoraggiare il rifiuto del voto da parte dello studente;

  2. incoraggiare un sistema di esoneri effettivi relativi a parti degli esami dei singoli insegnamenti;

  3. rivedere le modalita` di attribuzione del voto finale di laurea attivando un sistema di incentivi per le carriere brevi e diminuendo l'incidenza nel voto finale di uno o due esami sostenuti con l'esito meno favorevole;

  4. diminuire il carico, ai fini dell'esame, dei singoli corsi ed il tempo dedicato alla preparazione della tesi di laurea.

I Presidenti dei Consigli di Corso di Laurea in Fisica di

Bologna, Lecce, Modena, Padova e Torino