Progetti e Collaborazioni
Planetologia
Si è sviluppata una notevole esperienza nell'ambito di ricerche
legate all'esplorazione del Sistema Solare. Per questo, in
collaborazione con vari team internazionali, si è partecipato alla
progettazione e realizzazione di esperimenti spaziali nell’ambito di
diverse missioni planetologiche dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e
dell’ESA (European Space Agency), in particolare:
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PFS-MEx (Planetary Fourier Spectrometer), a bordo della sonda Mars Express, per lo studio della superficie e dell' atmosfera di Marte tramite misure spettroscopiche nell’infrarosso;
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PFS-VEx, simile al precedente, ma per lo studio dell’atmosfera di Venere a bordo della sonda Venus Express;
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VIRTIS (Visible and InfraRed Thermal Imaging Spectrometer), a bordo della sonda Rosetta, per lo studio della cometa Churyumov-Gerasimenko tramite misure spettroscopiche nel visibile e nel vicino infrarosso;
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VIRTIS-VEx, simile al precedente ma per lo studio dell’atmosfera di Venere a bordo della sonda Venus Express;
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MIMA (Mars Infrared MApper), nell’ambito della proposta missione ExoMars, spettrometro IR per lo studio mineralogico ed esobiologico del suolo marziano compiuto in situ dal lander Pasteur.
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MAMISS (Mars Multispectral Imager for Subsurface Studies), nell’ambito della proposta missione ExoMars, spettrometro miniaturizzato inserito nella punta del trapano, montato sul lander Pasteur, che sonderà il sottosuolo marziano.
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CRISM (Compact Reconnaissance Imaging Spectrometers for Mars) a bordo della sonda Mars Reconnaissance
Orbiter della NASA per lo studio spettroscopico di probabili bacini paleolacustri marziani.
Più recentemente si collabora alle attività preparatorie della missione JUICE/ESA per l'esplorazione delle lune di Giove. Il laboratorio contribuisce con la caratterizzazione spettroscopica (Vis-IR) di vari tipi di possibili suoli planetari allo scopo di fornire una banca di dati spettroscopici ottenuti a diverse temperature dei materiali utilizzati, per poi facilitare l'individuazione della composizione dei suoli.
Astrofisica Osservativa e Teorica
Si occupa di indagare vari fenomeni osservati in astrofisica, allo scopo di svelare la natura delle sorgenti responsabili. Con questi obiettivi si è sviluppata un'esperienza sia nella produzione di modelli teorici che nell'analisi di osservazioni ottenute da osservatori spaziali.La compatibilità tra previsioni dei modelli ed osservazioni è alla base del metodo per la individuazione delle caratteristiche fisiche delle sorgenti astronomiche. In particolare si studia il fenomeno delle lenti gravitazionali, ormai osservato con una certa frequenza, allo scopo di caratterizzare la popolazione di "oggetti" compatti (stelle normali, di neutroni, buchi neri ...) nell'alone della nostra Galassia e di galassie vicine (p.es. Andromeda). Gli oggetti compatti sono inoltre indagati utilizzando osservazioni da satelliti nella regione dei raggi X. Queste, mettendo in evidenza gli scambi di materia tra stelle doppie una delle quali è un oggetto compatto, permettono di indagare la natura di questi ultimi.
Dal 2017 il gruppo è impegnato in un consorzio europeo associato alla missione EUCLID dell'ESA che si propone di utilizzare gli effetti di lente gravitazionale per mappare la distribuzione della cosiddetta "materia oscura" e di verificare l'esistenza della ipotizzata "energia oscura".
Formazione stellare e mezzo interstellare
Si indaga sulla struttura del mezzo interstellare (nubi molecolari) in relazione alla sua capacità di formare nuove stelle. L'approccio è di tipo osservativo nell'ottico (usando telescopi basati al suolo) e nell'infrarosso (dal suolo e dallo spazio) con l'obiettivo di studiare la distribuzione, sia spaziale che in massa, delle le nubi molecolari e delle stesse stelle giovani che si osservano entro le nubi genitrici.
La "ratio" è legata al fatto che la vita delle stelle condiziona la vita delle galassie e, pertanto, conoscere il tipo di stelle che si formano dalle nubi è un ingrediente essenziale per capire l'evoluzione delle galassie. Indagando il legame tra la struttura delle nubi molecolari della nostra Galassia ed il tipo di stelle formate, sarà possibile inferire la popolazione stellare delle galassie lontane osservandone le nubi e non più le stelle (indistinguibili nelle galassie lontane). La partecipazione alle attività preparatorie ed alla analisi delle osservazioni IR dell'osservatorio spaziale Herschel/ESA (telescopio IR orbitante, diametro 3 metri) ha permesso di osservare il cielo tra 70 e 500 micron, e quindi offrire una nuova visione delle nubi interstellari e della formazione stellare nella nostra Galassia.